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A partire dall'istituzione del primo ghetto nella Venezia del 1516, seguito poi da quello di Roma e delle altre città, gli ebrei dovettero misurarsi con questo luogo circoscritto e ambivalente, che li includeva nel perimetro urbano e allo stesso tempo li isolava. Per quasi tre secoli fu questo lo spazio entro il quale gli ebrei coltivarono la propria identità, preservando da un lato i caratteri di una cultura millenaria, ma attingendo dall'altra al mondo che si apriva oltre quel confine: la relazione continua fra il "dentro" e il "fuori" le mura del ghetto segna la vita degli ebrei nel lungo cammino verso l'emancipazione. A questa realtà così complessa e articolata è dedicato il volume, che si avvale di un ampio apparato critico per affrontare sotto ogni angolazione - storica, artistica, sociologica - una problematica fortemente attuale: i concetti di resilienza, integrazione, confronto fra culture, aspirazione a essere uguali pur rimanendo diversi, sono temi che la società odierna continuamente ripropone, riaccendendo con essi il dilemma dei ghetti. Comprenderne il ruolo in una prospettiva identitaria è lo scopo cui mira la pubblicazione, che ripercorre questa peculiare condizione vissuta dagli ebrei europei, e italiani in particolare, tra il XVI e il XIX secolo nella convinzione che la storia ebraica possa trasmettere valori universali e offrire strumenti utili per il presente.